È Claudio Maioli, organizzatore di Italia loves Emillia, a rinnovare il concerto per il prossimo anno, dichiara:
«La città ha reagito benissimo, non bisogna dimenticare l’Emilia».
Intervista all'organizzatore di Italia loves Emilia
Maioli, com'è stato il risveglio dopo un simile successo?
«Il giorno dopo il concerto ho dormito, perché ero andato a letto
molto tardi. Ma ho dormito bene, perché mi dicevano di un evento
riuscito anche nel dopo concerto, che è una delle preoccupazioni più
grandi per manifestazioni di questo tipo. Il pre-concerto è
importante, il “durante” lo è ancora di più ma l’uscita non ha
importanza minore, perché è lì che possono succedere disordini e
intoppi. La città ha reagito benissimo: tutti i volontari, dai vigili
urbani ai medici, fino ai vigili del fuoco, ci hanno messo la stessa
cosa dei cantanti sopra il palco, ovvero la passione. E la passione ha
portato a questo risultato positivo».
Un dvd e un cd. Anche i diritti d’autore saranno devoluti in beneficenza?
«Io penso che il diritto d’autore sia inalienabile. Lo penso da sempre.
Non abbiamo ancora approfondito questo aspetto, ma in linea di massima
posso dire che la Siae ha dato un contributo importante al concerto e lo
darà anche sul disco e sul resto. Il diritto d’autore, inoltre, è
inalienabile anche per legge. Quindi diventerebbe difficile devolverlo.
Ma credo che, rispetto a tutto ciò che cd e dvd porteranno in termini di
visibilità sulla questione terremoto, il diritto d’autore non sia
l’elemento fondamentale. La mancanza di visibilità porta alla
dimenticanza. Ed è una cosa che l’Emilia non merita».
Ora che sono stati spenti i riflettori di Italia Loves Emilia è
quindi già arrivato il momento di bissare l’evento l’anno prossimo?
«Già parecchi dei cantanti che erano sul palco hanno chiesto di
ripetere l’evento. Io ritengo che le condizioni ci siano tutte, per
ripeterlo e per ampliarlo, anche se questa edizione ha già raggiunto
connotati importanti. Ma penso ai tanti cantanti rimasti fuori e che
avrebbero voluto partecipare. Per cui in qualche modo Italia Loves
Emilia potrebbe essere fatta anche in due serate o in tre serate. Questa
è un'area magica, come ha detto Luciano Ligabue sul palco.
Un’area destinata a diventare “grande eventi”, come ha auspicato il sindaco Graziano Delrio?
«Con Delrio e con le istituzioni ne stiamo parlando da circa tre anni.
Io ho proposto un progetto ed è stato subito accettato. Poi ci sono
state tutte le burocrazie e tutto quello che ci passa in mezzo. Ma io ho
pensato sin da subito di usare il Campovolo come un’area grandi eventi.
Una cosa che al momento in Italia non esiste. Reggio Emilia, proprio
per la sua collocazione geografica, si trova in una zona strategica. La
sua posizione, unita, alla presenza dell'autostrada, alla via Emilia e
alla stazione Mediopadana dell’Alta velocità può trasformare il
Campovolo in un’area dove poter fare concerti ed eventi di cultura: un
luogo dove potrebbero cantare i Rolling Stone, mettendo Reggio tra le
tappe dei tour europei.
Ha sentito Ligabue dopo il concerto? Cosa vi siete detti?
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