martedì 25 settembre 2012

Italia loves Emilia 2: ci sarà anche l'anno prossimo

È Claudio Maioli, organizzatore di Italia loves Emillia, a rinnovare il concerto per il prossimo anno, dichiara: «La città ha reagito benissimo, non bisogna dimenticare l’Emilia».

Intervista all'organizzatore di Italia loves Emilia

http://aws-cdn.ligachannel.com/files/maio_liga.jpg A qualche giorno dal concerto che ha portato a Campovolo oltre 150.000 spettatori, Claudio Maioli, organizzatore della manifestazione e manager di Ligabue, dichiara di voler rinnovare questo grande successo anche per il 2013. Alla domanda se il concerto verrà replicato risponde infatti: «Italia Loves Emilia 2? Why not, perché no. Le condizioni ci sono tutte, anche per raddoppiare l’evento in due serate».

Maioli, com'è stato il risveglio dopo un simile successo?
«Il giorno dopo il concerto ho dormito, perché ero andato a letto molto tardi. Ma ho dormito bene, perché mi dicevano di un evento riuscito anche nel dopo concerto, che è una delle preoccupazioni più grandi per manifestazioni di questo tipo. Il pre-concerto è importante, il “durante” lo è ancora di più ma l’uscita non ha importanza minore, perché è lì che possono succedere disordini e intoppi. La città ha reagito benissimo: tutti i volontari, dai vigili urbani ai medici, fino ai vigili del fuoco, ci hanno messo la stessa cosa dei cantanti sopra il palco, ovvero la passione. E la passione ha portato a questo risultato positivo».

Un dvd e un cd. Anche i diritti d’autore saranno devoluti in beneficenza?
«Io penso che il diritto d’autore sia inalienabile. Lo penso da sempre. Non abbiamo ancora approfondito questo aspetto, ma in linea di massima posso dire che la Siae ha dato un contributo importante al concerto e lo darà anche sul disco e sul resto. Il diritto d’autore, inoltre, è inalienabile anche per legge. Quindi diventerebbe difficile devolverlo. Ma credo che, rispetto a tutto ciò che cd e dvd porteranno in termini di visibilità sulla questione terremoto, il diritto d’autore non sia l’elemento fondamentale. La mancanza di visibilità porta alla dimenticanza. Ed è una cosa che l’Emilia non merita».


Ora che sono stati spenti i riflettori di Italia Loves Emilia è quindi già arrivato il momento di bissare l’evento l’anno prossimo?
«Già parecchi dei cantanti che erano sul palco hanno chiesto di ripetere l’evento. Io ritengo che le condizioni ci siano tutte, per ripeterlo e per ampliarlo, anche se questa edizione ha già raggiunto connotati importanti. Ma penso ai tanti cantanti rimasti fuori e che avrebbero voluto partecipare. Per cui in qualche modo Italia Loves Emilia potrebbe essere fatta anche in due serate o in tre serate. Questa è un'area magica, come ha detto Luciano Ligabue sul palco.

Un’area destinata a diventare “grande eventi”, come ha auspicato il sindaco Graziano Delrio?
«Con Delrio e con le istituzioni ne stiamo parlando da circa tre anni. Io ho proposto un progetto ed è stato subito accettato. Poi ci sono state tutte le burocrazie e tutto quello che ci passa in mezzo. Ma io ho pensato sin da subito di usare il Campovolo come un’area grandi eventi. Una cosa che al momento in Italia non esiste. Reggio Emilia, proprio per la sua collocazione geografica, si trova in una zona strategica. La sua posizione, unita, alla presenza dell'autostrada, alla via Emilia e alla stazione Mediopadana dell’Alta velocità può trasformare il Campovolo in un’area dove poter fare concerti ed eventi di cultura: un luogo dove potrebbero cantare i Rolling Stone, mettendo Reggio tra le tappe dei tour europei.

Ha sentito Ligabue dopo il concerto? Cosa vi siete detti?
http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQHeGTvWOMv9tVrR9J8dAuwuiiuFuUXnqoKTQX9yyQoyO6Z_f9q33kYG9Te«Ligabue l'ho sentito, ovviamente. Anche perchè “rientra” nel mio primo mestiere. Lui è felicissimo di aver fatto questa esperienza. È felicissimo del clima che si è instaurato tra gli artisti, di avere fatto da coagulante, per la stima reciproca dimostrata dai suoi colleghi. Sapevamo della complessità di organizzare un evento del genere. Si poteva fare un concerto solo con Luciano, ma non era la stessa cosa per dimostrare la vicinanza per tutte le persone colpite dal sisma».


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